Quando la Patacasa era ancora di nonnaMi e ci venivo per le vacanze estive la mansarda era una enorme stanza dal pavimento rosso e il tetto in legno.
Non ci dormivo volentieri, i sonni erano agitati e talvolta avevo creduto di vedere una lunga figura allampanata venire a sedersi ai piedi del mio letto.
A quei tempi la Patacasa era abitata dagli spiriti, e spesso una vecchina sdentata con i capelli bianchi sparati in testa sogghignava maligna alla finestra della cucina.
Certo erano anche tempi in cui leggevo solo Il Castello di Otranto e Carmilla, ma magari ero solo più sensibile di adesso.
Sì perché ora il signore allampanato sono anni che non lo vedo più e la vecchina in cucina, beh, quella cerco di non guardare mai fuori dalla finestra la sera!
Tutto questo per dire che una volta in mansarda non ci dormivo volentieri, ma nei primi anni in cui abbiamo preso possesso della Patacasa e sfrattato la povera nonnaMi quella è stata ancora la mia camera da letto, ma i sogni che vi ho fatto sono stati tra i più sereni.
È stata quindi dura, dopo la #patarivoluzione lasciarla, anche se sicuramente Patapà ha fatto più fatica di me.
Ora, a un passo dal cielo, cullate dal ticchettio costante della pioggia e baciate dai primi raggi del sole ci sono le bambine.
La parte più grande della stanza, quella con il lucernario, quindi la più luminosa è dedicata ai giochi.
Patasgnaffa la chiama la stanza dei quattro divertimenti.
In effetti ci sono dei tavolini con colori e fogli pronti per disegnare, ma anche vicini alla cucina giocattolo, pronti per essere apparecchiati.
C’è il vecchio baldacchino di Patasgnaffa che è diventato un palco, ma è anche la sede di un segretissimo gruppo segreto dei più segreti quindi non ditelo a nessuno.
C’è l’angolo dei travestimenti, con una specchiera e i trucchi che sembrano inquietantemente i miei…o forse lo sono? Questo è lo spazio più gettonato in assoluto.
Il restante dei giochi è sistemato negli scaffali Trofast, sempre grazie a Ikea per aver inventato questa meraviglia di componibili con cestoni, così i giochi possono essere divisi per tipologia e, grazie all’uso di etichette , una parvenza d’ordine è garantita. Certo non è una scienza esatta, ma è meglio che gettare a caso tutto in cestoni per poi svuotarli ogni volta che si cerca qualcosa.
Avere la stanza dei giochi in mansarda e una bambina di quattro anni non è proprio una furbata pazzesca, e temo che giochi in salotto li avremo molto a lungo, ma almeno ogni tanto posso strillare di riportarli su di sopra.