Angleria era un pacifico borgo adagiato vicino a un lago su cui i cigni scivolavano lievi. Il sole brillava impunito nel cielo azzurro, i bambini facevano rimbalzare le risa tra i muri di pietra e i passi delle fanciulle sfioravano i ciottoli a passo di danza.
Un giorno un mercante di stoffe portò alla principessa Allegra un baule pieno di meravigliose stoffe dai colori cangianti e un vago profumo di spezie. Ma tra le preziose stoffe un piccolo ragno rosso aveva trovato un comodo rifugio.
Era piccolo, così piccolo che potevi ignorarlo, ma ben presto gli abitanti del piccolo borgo non poterono fare a meno di rimpiangere il giorno in cui aveva iniziato a mordere alcuni di loro.
Non tanto per il segno che lasciava, un piccolo ponfo, che in realtà erano due, minuscoli, ravvicinati e splendenti quasi come rubini. Chi veniva morso perdeva ogni ombra di allegria, di gentilezza e di magnanimità.
Un paese che prima quasi non conosceva conflitti, ben presto fu abitato, almeno per metà, da uomini, donne e bambini che non avevano alcuna pietà gli uni per gli altri.
Anche il sole che prima indefesso aveva svettato sui merli del castello, da tempo non si vedeva più e una fitta nebbia avvolgeva costantemente ogni cosa.
Nessuno sapeva come fare, la bontà a tratti quasi stolta degli abitanti ancora non segnati dal piccolo ospite, li rendeva incapaci di alcuna reazione. Fu così che l’uomo che era capo del convento, il grande e pio Fra Domenico decise di chiamare in aiuto un suo vecchio compagno di giochi, il famoso e temibile Van Helsing.
Appena giunto in paese l’impavido cacciatore di creature oscure, capì cosa era successo alla povera Angleria. Raccontò così al popolo spaurito e attonito che esisteva una creatura potentissima e malvagia, che era a capo di un grande esercito di succhiatori di sangue. Il suo nome era Dracula, ed era così potente che anche solo nominarlo poteva essere rischioso.
Il grande Dracula colonizzava paese dopo paese mandando in avanscoperta una goccia del suo sangue che prendeva la forma di un ragno, di un gioiello sfavillante o di una preziosa bottiglia di vino.
Tra il popolo c’era anche una fanciulla di incomparabile bellezza e incredibile bontà. Era anche dotata di grande coraggio e di una vivace curiosità. Nella nebbia brillava ancora l’oro dei suoi capelli e il blu dei suoi occhi ricordava a tutti il colore che il cielo aveva un tempo.
Lei si allenava duramente e in battaglia era la prima a lanciarsi verso il nemico
Vista la sua incontenibile curiosità e la sua insolita furbizia, cominciò ad avvicinarsi ai nemici per scrutarne i modi e cogliere punti deboli da utilizzare in battaglia. Ma con il passare delle lune una strana e subdola forma di attrazione per ciò che avrebbe dovuto aborrire iniziò a dominare la sua mente e il suo cuore. E questo senza essere affatto toccata dal piccolo ragno che ancora di tanto in tanto riusciva a colpire, nonostante le mille strategie messe in atto dalla popolazione dotata ancora di un cuore puro.
bellissima storia, belle immagini… te la sei cavata molto bene…io non potrei portarci i twins farebbero continuamente incubi e non si dormirebbe per diverse notti…dovrò aspettare…questa è la fase che si ha paura pure del buio dentro casa :O
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d'accordo, la prossima volta goditi pure lo spettacolo e lascia a casa la fotocamera…ma solo perchè, grazie al cielo, stavolta ce l'avevi! 😉
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Adoro i tuoi racconti!
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per me se avessi continuato questo racconto per altre 100 pagine e oltre, l'avrei letto tutto d'un fiato!
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