Ritornando ai muri imbiancati della casa in campagna, nonostante all’inizio volessi prendere tempo e magari fare ogni stanza di un colore diverso, alla fine un po’ per indecisione e un po’ perché non potevo esserci quando veniva l’imbianchino, ho deciso di fare tutto bianco e bona lì.
Tra l’altro sta cosa degli imbianchini e dell’era digitale è una vera meraviglia. Hanno fatto una foto, hanno tolto tutto, hanno imbiancato e poi rimesso tutto a posto quasi perfettamente.
Mi sa che me ne vado in vacanza e faccio rimbiancare anche la Patacasa. Poi però temo che dovrei anche pagare la riabilitazione psichiatrica dell’imbianchino.
La camera delle bambine ha avuto molte vite. Lunga e stretta ma con due finestre ha ospitato prima Patasgurzo da solo, in un lettino in fondo alla stanza. Poi lui ha guadagnato la brandina in cui dormivo io da piccola e si è aggiunta Patasgnaffa.
A un certo punto brandina e lettino sono scomparsi e al loro posto ho messo due letti a castello. e la stanza si è trasformata in un vagone letto…biglietti prego!
Adesso ci dormono le ragazze di casa, infatti il rosa abbonda, ma c’è spazio per un sacco di amici.
Patasgurzo si è guadagnato la stanza che in origine era destinata agli ospiti, che al settanta per cento vuol dire nonne.
Se ne sta come un pascià in un letto a una piazza e mezzo e anche se è la stanza in cui finiscono pian piano tutti i mobili che hanno fatto più o meno la loro ora, pare non accorgersene molto.
Era una stanza abbastanza femminile, con armadio e cassettiera ricoperti con carte fiorite. Ho aggiunto qualche quadretto, e qualche targhetta da cantiere cercando di rendergliela un po’ più adatta a lui. Non so se ci sono riuscita, so solo che pur di non stare con le sorelle probabilmente accetterebbe di dormire in una bomboniera.
Il letto abbondante e un materasso nascosto sotto il letto fanno sì che anche qui gli amici possano fermarsi a dormire.
In camera nostra invece tendiamo a ospitare solo minorenni consanguinei in casi di estrema necessità.
Sopra il letto campeggia un quadro di due antenati, non so di chi, certo non miei.
E’ la stanza che ospita i mobili che più hanno da raccontare. La cassapanca di NonnaFi, il comodino dei miei genitori, il cassettone di mia nonna e l’armadio di Patapà quando era piccolo, e le lampade di suo nonno.
E sulle pareti un sacco di foto…che tra l’altro non ho ancora aggiornato con Patagnoma….del resto è nata solo da quattro anni! #madredegenere