Mi ricordo mio papà quando ero piccola. Le tapparelle abbassate, la casa risolutamente silenziosa.
Lui che compariva a tavola con il berretto beige calato sull’occhio.
Altre volte il silenzio e la penombra erano per mia mamma.
E mi ricordo di me, dell’infermeria della scuola, dei primi mal di testa, che erano come portare un cerchietto troppo stretto.
Sono cresciuta e lui con me.
Ora i miei figli crescono con il mantra “non urlare che la mamma ha mal di testa”.
Per loro fortuna, non per mia in verità, penombra e quiete non mi servono a nulla, anzi il riposo quasi peggiora tutto. E allora corro come una trottola impazzita, arrabbiata e impazzita.
L’anno scorso Patasgurzo ha iniziato a lamentare sporadici mal di testa, ma ieri sera quando l’ho trovato a letto con un berretto calato sulla testa mi sono sentita morire.
Maledetta genetica!
