Ieri siamo stati a una festa di compleanno. Non c’era il sole, ma le gocce di pioggia si rifiutavano di cadere, c’era il vino nei bicchieri, una montagna di fave, bambini a rincorrere un pallone o farfalle o chissà cosa.

C’erano alberi su cui arrampicarsi, e vecchi amori da riscoprire.
E già così andava benissimo, ma non era una festa qualunque perché per i bambini era stata organizzata una gara di Orienteereng.
Remo, l’artefice di tutto, prima ha spiegato ai bambini che cosa fosse, cioè uno sport nato un secolo fa in Scandinavia che consiste nell’effettuare un percorso, solitamente in un bosco, utilizzando una particolare cartina per orientarsi. Ha raccontato che seppur da noi non è molto praticato ci sono paesi in cui gli atleti di Orienteereng sono considerati alla stregua di calciatori, raccogliendo un sacco di consensi.
Ha spiegato a un pubblico incredibilmente attento che avrebbero dovuto trovare delle lanterne, e no, che non potevano portarsele a casa. Che su queste lanterne c’era una sorta di pinza che lasciava un segno (punzone) su un foglio di carta che avrebbero dovuto portarsi dietro chiamato testimone di gara, e che ogni lanterna aveva un punzone diverso, quindi di fare poco i furbetti.
Ha arricchito la gara aggiungendo la ricerca di specifici oggetti e la risposta a domande che facessero capire che i bambini fossero passati in un determinato luogo.
Ha spiegato loro come leggere le mappe che lui stesso realizza, il suo vero lavoro è proprio questo, e ha consegnato una bussola a ogni squadra.
I bambini sono partiti poi a scaglioni, il primo in massa verso il bagno è stato decisamente impressionante.
Dopo i primi minuti in cui qualcuno (tipo me) si è chiesto se la seconda parte del gioco consistesse nel mandare i genitori ubriachi a cercare i figli dispersi nel bosco, ci siamo rilassati e goduti un pranzo senza bambini intorno. Più o meno. Una mossa veramente geniale.
I bambini sono tornati tutti, chi prima e chi dopo, anche se il tempo di percorrenza influiva sulla classifica finale solo a parità di punteggio ottenuto con lanterne, ricerca oggetti e risposte.
La squadra di Patasgnaffa se l’è giocata tutta sulla velocità, restituendoci una bambina al limite dell’infarto ma speranzosissima di vincere.
E il secondo posto guadagnato è una gioia che scorderà difficilmente….